I ‘pessimi parenti’ di Cecco. Note di lettura per due sonetti angioliereschi
Authors
Giuseppe Marrani
Abstract
Non è un mistero che ad oggi ancora manchi un’edizione dei sonetti di Cecco Angiolieri criticamente fondata e aggiornata almeno alle scoperte e agli accertamenti più recenti (spesso imprescindibili) che si debbono sostanzialmente a Gianfranco Contini. Le edizioni commentate oggi più facilmente raggiungibili di un corpus fluttuante, andato per lo più riducendosi con il susseguirsi negli anni di nuove pubblicazioni, si rifanno sostanzialmente – pur con vari distinguo basati sul saltuario ricorso alla varia lectio ad oggi escussa – al canone stabilito da Marti o in alternativa a quello proposto da Vitale, salvo poi invocare in differente misura il testo fissato per una trentina di sonetti nei Poeti del Duecento, mentre appunto in ombra ancora restano gli scritti continiani degli anni immediatamente successivi alla pubblicazione della celebre antologia, il cui apporto rimane sparsamente delibato per singoli loci e tuttora attende di essere messo sistematicamente a contributo nell’àmbito di un generale riesame della tradizione manoscritta.