Le ‘Metamorfosi’ di Giorgio Orelli. Lettura di «Certo d’un merlo il nero», da Spiracoli, e confronto con una redazione precedente finora inedita

Autori

  • Andrea Beretta

Abstract

Di Giorgio Orelli (nato ad Airolo, nell’Alto Ticino, nel 1921, vive pressoché da sempre a Bellinzona), è stato detto che è «[poeta e] critico di orecchio finissimo», risalente nella sua produzione lirica «agli archetipi dei padri, Dante e Petrarca, Parini e Pascoli» «di pari passo con l’attualità dell’orizzonte tematico e formale, con la neutralizzazione del ‘gergo’ poetico mediante un bagno salutare nel mare grande della prosa» – e questo soprattutto daSinopie(1977), raccolta che, come ha suggestivamente e fondatamente dimostrato Massimo Danzi nel suoEsegesi d’autore e memoria di sé: Giorgio Orelli fra prosae poesia, trova i suoi fondamenti lirici nelle prose scritte dopo la prima fase poetica (antologizzata neL’ora del tempo, del 1962), e raccolte per larga parte inUn giorno della vita(1960):

Le innovazioni prosodiche ivi [inSinopie] contenute, se non si spiegano, come si crede, senza il pianerottolo dei racconti, anche procedono da una più smaliziata auscultazione di quel fattore capitale in letteratura che è il tessuto ritmico-timbrico dei testi. (Danzi,Esegesi, p. 17)

##submission.downloads##

Pubblicato

2015-01-22

Fascicolo

Sezione

Articoli