Le tensioni politiche dei primi anni bolognesi, tra l’arrivo in città (10 novembre 1860) e le polemiche «sataniche» del 1865, imprimono ai versi di Carducci, fino a quel momento per lo più fedele a istanze di tipo tradizionale (la visione montiana, la moralità pariniana, l’intransigente classicismo degli «Amici pedanti»), accenti di aspro vigore e di battagliero spirito democratico, anche sulla scorta delle letture di Chénier, Hugo, Proudhon, Quinet, Michelet. Dopo una prima fase di smarrimento, di sdegnosa solitudine, di irrequietezza per le difficoltà di adattamento alla nuova realtà e al ruolo accademico, il ritorno alla poesia è segnato nel marzo 1861, ancora sulla linea dell’inno Alla Croce diSavoia della fine del 1859 (che mescola ragioni dinastiche e sentimenti di riscatto popolare), dalla canzone Per la proclamazione del Regno d’Italia, di eloquente intonazione patriottica, poi collocata in apertura del secondo libro di Levia gravia.