Le nuove sfide dell’educazione inclusiva: per una pedagogia speciale in dialogo con l’IA
DOI:
https://doi.org/10.7346/sipes‐01‐2025‐22Abstract
L'intelligenza artificiale (IA) sta rapidamente trasformando il nostro mondo, offrendo nuove opportunità e sfide in molti settori, inclusa l'educazione e l'inclusione delle persone con disabilità. Questo articolo esplora il ruolo dell'IA nel contesto delle disabilità complesse, evidenziando sia i potenziali benefici che i rischi associati al suo utilizzo. L'IA generativa, capace di creare testi, musiche e immagini a partire da semplici indicazioni, rappresenta una rivoluzione tecnologica. Tuttavia, essa tende a riprodurre stereotipi presenti nella società, ignorando frequentemente la complessità e la diversità delle disabilità. Le persone con disabilità complesse rischiano di essere ulteriormente emarginate dalle rappresentazioni idealizzate e non veritiere generate dall'IA.
L’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nell’educazione pone interrogativi cruciali su metodologie, etica e inclusione. L’IA può essere impiegata come strumento didattico, come oggetto di apprendimento critico o persino come sistema da "educare" per garantire equità e assenza di bias. La prospettiva interdisciplinare dell’AIED (Artificial Intelligence in Education) evidenzia l’importanza di un dialogo tra pedagogia e informatica per sviluppare curricula significativi. Tuttavia, le linee guida internazionali spesso trascurano il concetto di inclusione. Una proposta di revisione dei cinque pilastri dell’educazione all’IA include, oltre a coding, pensiero critico e umanesimo post-IA, un pilastro dedicato all’inclusione, che implica l’uso dell’IA per supportare studenti con disabilità e l’insegnamento di una consapevolezza critica sui dati. La ricerca in questo campo deve essere supportata da solide basi pedagogiche, affinché l’IA non solo migliori i processi educativi, ma li renda più accessibili e inclusivi.
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