Testimonianze elaborative e stampa postuma delle Rime di Pietro Bembo. A proposito della recente edizione critica

Autori

  • Giuliano Tanturli Pensa MultiMedia Editore

Abstract

Un’importante domanda a cui l’edizione critica delle Rime di Pietro Bembo si trova a rispondere riguarda la lezione e l’ordine delle singole liriche più avanzati e, se possibile, definitivi e che parimente resultino fededegni. Se ne contendono il titolo la stampa postuma di Roma 1548, apparecchiata da Carlo Gualteruzzi su mandato testamentario dell’autore (D), e il manoscritto di Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, Vind. Pal. 10245.1 (W2), copia cartacea calligrafica corretta dall’autore. Buon fondamento per entrare in lizza si potrebbe riconoscere al codice di Londra, National Art Library, Victoria and Albert Museum, L. 1347-1957, KRP. A. 19 (L), la lezione del quale pare situarsi in conseguenza delle correzioni datate in W2, secondo che qui siano ricevute o ignorate, fra il 16 marzo 1543 e il 25 dicembre1545.

Se dall’elaborazione attuata in W2 e da quella su cui s’attesta D, come dal numero dei testi presenti è sopravanzato diverse volte, il codice londinese, pergamenaceo, calligrafico, d’accurata e regolarissima esecuzione, s’avvantaggia sull’uno per essere un’edizione, perché allestire una copia di pregio di un testo con l’evidente scopo di presentarlo a un personaggio vuol dire pubblicarlo, e dare un testo non ultimo, ma fermato, e sull’altra per essere con ogni verosimiglianza sorvegliato dall’autore.

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Pubblicato

2015-01-22

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