Dialogo della Moda e della Morte di Giacomo Leopardi
Abstract
Il Dialogo della Moda e della Morte – composto a Recanati tra il 15 e 18 febbraio 1824 – è stato a lungo sottovalutato dalla critica, che lo ha generalmente considerato infelice o comunque marginale rispetto al nucleo più autentico delle Operette morali. Tra i giudizi dei primi autorevoli commentatori, esemplari sono, in tal senso, quello di Della Giovanna che, nel suo commento del 1895, ha affermato: «Veramente io non scorgo tanti pregi in questo dialogo che mi pare una disputa piuttosto retorica. La forma è tutt’altro che naturale e rispondente alla particolare natura delle persone allegoriche e disputanti» (DELLA GIOVANNA 28); e quello di Manfredi Porena: «Tutto sommato mi pare che il dialogo [...] sia dei meno riusciti» (PORENA 55). E anche in tempi più recenti, studiosi come Fubini e Binni hanno continuato a sottovalutare l’«operetta »: per il primo, essa manca «di un centro lirico o logico» (FUBINI 90), mentre per il secondo, il dialogo: «dopo una prima parte più vivace, [...] viene poi assumendo una certa pesantezza che risulta dallo scarso impegno interno su questo tema reso, tutto sommato, un po’ troppo superficiale» (W. Binni, Lezioni leopardiane, a cura di N. Bellucci con la collaborazione di M. Dondero, Firenze, La Nuova Italia, 1994, p. 342). Infine, Cesare Galimberti ha parlato a proposito del Dialogo della Moda e della Morte di «effetti generali grotteschi piuttosto tetri che divertiti» (GALIMBERTI 99).
Lungi dall’essere marginale nell’economia delle Operette, questo dialogo anticipa alcuni nuclei tematici fondamentali dell’opus leopardiano, che saranno poi sviluppati, dapprima, nella Proposta di premi fatta dall’Accademia dei Sillografi, composta pochi giorni dopo, e quindi in testi decisivi come Il Parini ovvero della gloria (mi riferisco al motivo della vanità della fama letteraria), e i più tardi Dialogo di Tristano e di un amico e la Palinodia al marchese Gino Capponi (da riallacciarsi al Dialogo della Moda e della Morte per la critica di certi idoli moderni).