Le ‘mani’ di Petrarca: glosse e disegni autografi del Plinio parigino

Autori

  • Sara Cipolla Pensa MultiMedia Editore

Abstract

Tra i codici che furono assai cari a Petrarca, e per questo da lui intensamente studiati e riccamente postillati, è il Parisinus Latinus 6802, conservato nella Bibliothèque Nationale di Parigi. Il manoscritto, contenente la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, fu comprato da Petrarca in Italia, a Mantova, il 6 luglio 1350, come risulta dalla nota di acquisizione. Stando a quanto rileva Nolhac gli scoli al margine del manoscritto sono tutti di mano del Petrarca, eccetto due, da lui attribuiti a Boccaccio. Per quanto riguarda la datazione, invece, Petrucci sostiene che le note appartengono in parte al periodo immediatamente successivo all’acquisto del codice (1350-55), ma soprattutto agli anni seguenti.

Il segno di attenzione maggiormente utilizzato dal poeta in margine ai suoi codici, e presente con una certa frequenza anche nel Par. lat. 6802, ha in genere la forma di un ‘fiorellino’ formato da più puntini e da un tratto discendente, la cui lunghezza varia a seconda dell’ampiezza del brano evidenziato. Questo codice risulta particolarmente interessante in quanto presenta con una certa frequenza,oltre che un cospicuo numero di disegni vergati in margine, anche le manicule, ovvero quelle ‘mani’ con l’indice puntato, evidenze scritturali caratteristiche dei codici petrarcheschi, e non solo, che il poeta utilizzava spesso accompagnandole con un «nota tu» per sottolineare una particolare sententia del testo.

Questi segni d’attenzione, insieme alle postille, servivano al poeta per muoversi con più facilità nel codice e per evidenziare passi che lo interessavano. Spesso, infatti, le annotazioni eseguite da Petrarca al margine di quei brani che lo avevano colpito maggiormente, perché magari contenevano notizie o sentenze di un certo rilievo o semplicemente perché destavano in lui una certa curiositas erudita, venivano poi riutilizzate nei testi per elaborare delle valutazioni critiche: «sui margini dei libri del Petrarca – afferma Feo – nasce in vitro la prima rudimentale critica delle fonti». Questo è in effetti il caso del Par. lat. 6802.

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Pubblicato

2015-01-20

Fascicolo

Sezione

Dialoghi