Giordano Bruno lettore dell’Ariosto

Autori

  • Zaira Sorrenti

Abstract

Con questo trittico di sonetti ‘anomali’ Bruno chiude il primo dei dieci dialoghi De gli eroici furori e dà inizio all’intimo racconto dell’anima del furioso che «si versa e muove circa Dio». I tre componimenti svolgono all’interno dell’opera una funzione primaria3, ricevono dunque da parte dell’autore un commento che mira a disvelare e a integrare i significati celati nel linguaggio immaginifico e nel lessico – di ascendenza per lo più stilnovista e petrarchesca – del ‘canzoniere’ bruniano, sovente di non immediata comprensione, nonostante la presenza del commento, in prosa e in versi, dell’autore. I registri della prosa e della poesia generano molteplici forme di interazione e instaurano tra loro un rapporto di reciprocità che conferisce al genere letterario del prosimetro possibilità mai sperimentate prima. Una ricchezza, quella dell’autocommento, che tuttavia non sempre facilita il lavoro dei commentatori, i quali non possono esimersi dallo sciogliere i complicati nessi lessicali e concettuali attraverso cui si snoda la «nolana filosofia».

I versi bruniani, infatti, non sono sempre facilmente e immediatamente comprensibili essendo portatori di un sapere enciclopedico tutto da ricostruire. Anche laddove l’autore offre una spiegazione per ciascuno dei versi di una poesia – è il caso dei tre componimenti succitati – risulta comunque necessaria la stesura di un apparato di note che abbia almeno tre funzioni: aiutare il lettore ad orientarsi nel complicato labirinto simbolico dei versi bruniani; chiarire quale rapporto intercorre tra prosa e poesia; mostrare, nei casi in cui è possibile, le fonti di cui si è avvalso il Nolano. Proprio ricercando queste fonti, ho avuto modo di verificare che le liriche dell’Ariosto sono presenti in maniera significativa nel ‘canzoniere’ bruniano. Eppure, alle Rime del «poeta ferrarese» non troviamo nessun rinvio nelle edizioni (e traduzioni) dei Furori – ma lo stesso discorso vale anche per le altre opere bruniane –. Non mancano, invece, i rimandi al poema ariostesco, più volte esplicitamente citato dal Nolano nell’opera italiana e latina.

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Pubblicato

2015-01-20

Fascicolo

Sezione

Dialoghi