Le “risorse” di San Miniato: materiali per un commento

Autori

  • Elena Parrini Cantini

Abstract

Parzialmente anticipata sulla «Cronaca Bizantina» come prelibato assaggio delle imminenti Confessioni e battaglie. Serie seconda, nell’ambito della campagna di lancio del volume rumorosamente orchestrata dall’editore Angelo Sommaruga, con il celebre paragrafo dedicato all’amore giovanile per la «bruna dai lunghi sguardi vellutati», la prosa intitolata Le “risorse” di San Miniato al Tedesco e la prima edizione delle mie Rime, forse la più nota tra le pagine autobiografiche carducciane, fu, secondo quanto è possibile ricostruire dalle lettere dell’autore all’impaziente editore, l’ultima composta in coda al costituendo volume: presumibilmente, almeno in parte, per far numero e peso, con le altre prose già in bozze, e in un lasso di tempo relativamente breve. Fu anche, sempre secondo quanto testimoniano le lettere, sottoposta ad attenta revisione, come si conveniva a una «prosa artistica»:

Caro Angelino, Ecco le bozze molto rimaneggiate. È inutile. Io ho bisogno di correggere la prosa cinque o dieci giorni dopo la prima stesura, la prosa artistica s’intende. Non posso lavorare in fretta. La colpa è sua, ne porti la penitenza. D’altronde, il resto del volume non costò da vero fatica, né recò disturbi alla tipografia.

Circa i tempi di composizione, le lettere ad Angelo Sommaruga permettono di restringere il periodo interessato ad un mese o poco più, tra la seconda metà del settembre 1882, cioè, e la fine di ottobre (del due novembre è l’annuncio liberatorio: «Caro Angelino, Ecco la fine. Oh!»).

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Pubblicato

2015-01-15

Fascicolo

Sezione

Articoli