Sport and Social Development: Model Comparison

 

Sport e Sviluppo Sociale: Modelli a Confronto

 

Matteo Giuriato

Laboratory of Adapted Motor Activity (LAMA), Department of Public Health, Experimental Medicine and Forensic Science, University of Pavia (Pavia, Italy) – matteo.giuriato@unipv.it

https://orcid.org/0000-0002-4829-1447

 

ABSTRACT

This study examines the relationship between sport and social development, with a focus on three distinct models from Italy, Finland, and Brazil. It analyses the legislative frameworks, implementation strategies, and societal impacts of each model to identify key similarities and differences. The Italian model places an emphasis on promoting physical activity for the benefit of individuals and society, while the Finnish model prioritizes universal access to sport and social inclusion. In contrast, the Brazilian model uses sport as a catalyst for positive change in disadvantaged communities. This study elucidates the importance of accessibility, education, holistic approaches, evaluation, and collaboration in promoting physical activity and social well-being through comparative research. By integrating the strengths of these models, it proposes avenues for creating a healthier, more active, and inclusive society. The study aims to foster discourse and inform policy and practice in the realm of sports-based social development.

 

Questo studio si addentra nell’esplorazione dello sviluppo sociale attraverso lo sport analizzando tre modelli distinti provenienti da Italia, Finlandia e Brasile. Esamina i quadri legislativi, le strategie di attuazione e gli impatti sociali di ciascun modello per discernere le principali somiglianze e differenze. Il modello italiano enfatizza la promozione dell’attività fisica per il benessere individuale e sociale, mentre la Finlandia dà priorità all’accessibilità universale allo sport e all’inclusione sociale. Al contrario, il Brasile utilizza lo sport come catalizzatore di cambiamenti positivi nelle comunità svantaggiate. Attraverso un’analisi comparativa, questo studio chiarisce l’importanza dell’accessibilità, dell’educazione, degli approcci olistici, della valutazione e della collaborazione nella promozione dell’attività fisica e del benessere sociale. Integrando i punti di forza di questi modelli, propone strade per creare una società più sana, attiva e inclusiva. Lo studio mira a promuovere il discorso e a informare la politica e la pratica nel campo dello sviluppo sociale basato sullo sport.

 

KEYWORDS

Sports Activity, Health, Inclusion, Inclusive Education, Education

Attività Sportiva, Salute, Inclusione, Educazione Inclusiva, Educazione

 

CONFLICTS OF INTEREST

The Author declares no conflicts of interest.

 

RECEIVED

March 28, 2024

 

ACCEPTED

May 13, 2024


 

1. Introduzione

 

È importante considerare che lo sport va ben oltre il mero contesto competitivo, esso riflette e influenza i valori, le aspirazioni e le sfide di una società. In un’epoca in cui sempre più attenzione è dedicata al benessere individuale e alla coesione sociale, comprendere il ruolo intrinseco dello sport nella società diventa cruciale. Il problema che questa ricerca intende affrontare è quello di esaminare l’efficacia dei modelli sportivi esistenti nel favorire il benessere sociale, con particolare attenzione al contesto italiano. L’evoluzione delle leggi sportive italiane dal 1900 ad oggi rispecchia le complesse vicende storiche e sociali del nostro paese. Questo fenomeno offre spunti di riflessione interessati per una promozione olistica ed ecologica del movimento umano, specialmente tra i più giovani, permettendo di esplorare le diverse concezioni del corpo, del tempo libero e del ruolo dello sport nella società italiana.

Nel 1914, il generale Giorgio Asinari di San Marzano fondò il Comitato Olimpico Nazionale Italiano: il CONI (Bonini & Lombardo, 2016). Il CONI nasce come ente di promozione dello sport dilettantistico come strumento di educazione fisica e morale per la gioventù italiana, influenzato dal modello pedagogico di Pierre de Coubertin e dall’ideale di “mens sana in corpore sano”.

Durante il regime fascista (1922‍–‍1943), lo sport fu strumentalizzato per la propaganda politica, ed il CONI venne assorbito dalla struttura statale ed utilizzato per il controllo e la mobilitazione delle masse. Il dopoguerra vide una rinascita dello sport, contribuendo alla ricostruzione morale e fisica dell’Italia,  con una conseguente rinascita del CONI, una riorganizzazione del sistema sportivo nazionale, un aumento della partecipazione popolare allo sport e diversificazione delle discipline praticate (Elia, 2009).

Il secondo dopoguerra ha vissuto una fase di ricostruzione e di rilancio economico e lo sport era visto come un importante strumento per la crescita ed il benessere della nazione, sia in termini fisici che morali, infatti, nel 1958, in un periodo di grande fermento sociale e culturale in Italia venne approvata la Legge 88/1958.

La Legge 88/1958 rese l’educazione fisica obbligatoria in tutte le scuole ed istituti indistintamente per maschi e femmine, e l’attività sportiva a livello nazionale e locale, stabilendo criteri e obiettivi per il miglioramento delle infrastrutture e delle opportunità sportive nel paese, definendo i ruoli e le competenze del CONI, delle Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e degli Enti di Promozione Sportiva (EPS). Il successo degli atleti azzurri alle Olimpiadi di Roma del 1960 accende i riflettori sul movimento sportivo nazionale, evidenziando al contempo la necessità di un ammodernamento delle sue strutture e del suo ordinamento. La “Legge Berruti” (Legge 153/1969), istituì il CONI come organismo principale per la promozione dello sport in Italia e promosse l’educazione fisica e lo sport nelle scuole.

La Legge 91/1981 introdusse il concetto del “professionista sportivo” stabilendo e regolamentando i rapporti tra le società sportive e i loro atleti professionisti. La legge in questione ha inoltre definito i criteri per il riconoscimento delle discipline sportive professionistiche.

Successivamente e la Legge 86/2019 ed il D.Lgs. 120/2023 “disciplina del sistema sportivo nazionale” disciplinarono ulteriormente il sistema sportivo nazionale. Tuttavia, alcuni critici lamentano la mancanza di una visione strategica e di un adeguato finanziamento per i programmi sportivi comunitari, ostacolati dalla complessa macchina burocratica che ne deriva. Ogni paese ha approcci diversi allo sport, con normative, politiche e strutture organizzative uniche. Il confronto tra il modello italiano e quelli di altri paesi può portare a uno scambio di conoscenze e migliori pratiche. I modelli sportivi sono strettamente intrecciati con il contesto culturale e sociale di ciascun paese e possono aiutare a comprendere come fattori come la storia, le tradizioni e le norme sociali influenzino la pratica sportiva e il suo impatto sulla società. Questo può fornire importanti spunti per adattare le politiche e le pratiche sportive al contesto specifico italiano.

Da un lato siamo a conoscenza delle facilities che caratterizzano i paesi scandinavi per uno sviluppo della pratica sportiva socialmente adeguato a tutta la popolazione (Rafoss & Troelsen, 2010). In particolare, il modello finlandese risulta avere un approccio efficace e sostenibile per promuovere la salute, il benessere e l’inclusione sociale attraverso lo sport, e si basa su tre principi chiave: i) accessibilità indipendentemente dall’età, dalle capacità fisiche o dal background socioeconomico; ii) inclusione  sociale e riduzione delle disuguaglianze; iii) educazione strumento per insegnare valori importanti come il fair play, il rispetto e la cooperazione (Pasi Koski et al., 2018; Mikkonen et al., 2022). Questi principi si concretizzano in una serie di politiche e programmi che hanno reso la Finlandia uno dei paesi con i più alti livelli di attività fisica al mondo (Vuori et al., 2004). Come, ad esempio, il programma “Sport per tutti”, che offre attività sportive gratuite o a basso costo a persone di tutte le età e abilità e soprattutto, la Legge finlandese 390/2015, che sancisce il diritto allo sport e stabilisce l’obbligo per le municipalità di fornire strutture e servizi sportivi adeguati ai propri cittadini (Liikuntalaki, 2015).

Il modello finlandese ha avuto un impatto positivo significativo sulla salute e sul benessere della popolazione; il risultato è uno dei tassi più bassi di obesità e malattie cardiovascolari al mondo (Pasi Koski, 2016).

Dall’altra parte invece, esistono paesi come il Brasile, che si trovano in una situazione complessa, per quanto riguarda il benessere sociale attraverso lo sport (Viñas et al., 2019). Sebbene lo sport sia profondamente radicato nella cultura brasiliana, significative disuguaglianze socioeconomiche creano disparità nell’accesso e nei benefici. A differenza della Finlandia, in Brasile manca un quadro nazionale che garantisca lo sport come diritto. Per questo motivo, le comunità a basso reddito spesso hanno un accesso limitato a strutture sportive di qualità, attrezzature e istruttori qualificati. Tuttavia, esistono iniziative governative come “Bolsa Atleta” per sostenere gli atleti di talento (Belato et al., 2019), ma i programmi di benessere sociale più ampi sono meno diffusi, ma esistono, come il programma di inclusione sociale delle periferie attraverso il gioco del rugby (Hall & Reis, 2020).

Il Brasile ha il potenziale per sfruttare lo sport a fini sociali, ma richiede un approccio su più fronti che affronti l’accessibilità e implementi programmi sociali più ampi per colmare il divario socioeconomico.

Il confronto con modelli diversi può stimolare l’innovazione e lo sviluppo nel settore sportivo italiano. Vedere come altri paesi affrontano le sfide simili può ispirare nuove idee e soluzioni creative per migliorare i programmi sportivi, promuovere l’inclusione sociale e massimizzare l’impatto positivo dello sport sulla società. Insomma, i programmi sportivi comunitari hanno guadagnato rilevanza come strumenti per favorire l’inclusione sociale e promuovere il benessere nelle comunità locali. Questi programmi, supportati dalle leggi che promuovono l’attività fisica e lo sport sin dalla giovane età, hanno dimostrato di essere efficaci nel coinvolgere persone di tutte le età e condizioni sociali, contribuendo alla coesione sociale e al miglioramento della qualità della vita. Lo sport svolge un ruolo fondamentale nella società italiana, non solo per la salute e il benessere dei cittadini, ma anche per la coesione sociale, l’inclusione e l’educazione dei giovani. In questo contesto, i programmi sportivi comunitari assumono un’importanza cruciale, offrendo opportunità di partecipazione a tutti, indipendentemente dalle capacità o dallo sfondo socioeconomico. Inoltre, lo sport e l’attività fisica giocano un ruolo cruciale nella vita delle comunità, promuovendo la salute, il benessere e l’inclusione sociale (Martin et al., 2015),  potendo assottigliare le disuguaglianze sociali e favorendo la coesione all’interno di una comunità (Moustakas & Robrade, 2023). Tuttavia, comprendere come questi programmi possano ottenere il massimo impatto in termini di inclusione sociale richiede un attento esame. In virtù di questo gli obiettivi di questa ricerca sono: esaminare l’efficacia di modelli virtuosi per il benessere sociale attraverso lo sport partendo dal modello italiano; analizzare le sfide e le complessità nella consegna e valutazione dei programmi sportivi per lo sviluppo sociale.

 

2. Il modello italiano per il benessere sociale attraverso lo sport

 

Nel panorama contemporaneo, l’interesse per la promozione della salute e del benessere attraverso l’attività fisica e lo sport ha assunto una rilevanza sempre maggiore. l’Italia si distingue per l’adozione di un modello legislativo innovativo, il cosiddetto “Sport per la Salute”, introdotto con la Legge 86/2019. Questo modello si basa su tre pilastri: la promozione dell’attività fisica come stile di vita salutare, l’integrazione dell’esercizio fisico nei percorsi terapeutici e lo sviluppo di un sistema organizzato di servizi per l’erogazione di attività fisica personalizzata.

La Legge 86/2019 riconosce ufficialmente l’attività fisica e lo sport come strumenti di prevenzione, cura e riabilitazione, delegando al Governo l’adozione dei decreti attuativi.

L’attuazione del modello Sport per la Salute in Italia ha ottenuto risultati significativi, tra cui i) un aumento della partecipazione all’attività fisica: secondo i dati dell’Istat, nel 2022 il 36,7% degli italiani praticava regolarmente attività fisica, registrando un notevole aumento rispetto al 23,1% del 2010; ii) un miglioramento della salute basato sul rapporto “Salute in Italia 2023” del Ministero della Salute con una riduzione delle malattie croniche ed un aumento dell’aspettativa di vita negli ultimi anni, indicando un impatto positivo delle politiche volte a promuovere l’attività fisica e lo sport (Rapporto Sport 2023, 2024); infine iii) una riduzione dei costi sanitari (CENSIS, 2022).

Un approccio integrato, coinvolgendo diverse entità come il Ministero della Salute, le Regioni, le ASL, le Federazioni sportive e le associazioni di volontariato, ha favorito una gestione sinergica e coordinata delle iniziative volte a promuovere l’attività fisica e lo sport. Inoltre, l’inserimento dell’esercizio fisico nel percorso di cura prescritto dai medici di base inizia a contribuire e legittimare l’attività fisica come strumento essenziale per il mantenimento della salute e il recupero del benessere.

Il modello Sport per la Salute rappresenta un esempio di successo nell’integrazione dello sport e dell’attività fisica nel contesto della promozione della salute e del benessere in Italia, con evidenti benefici sia a livello individuale che sociale.

 

3. Il modello finlandese per il benessere sociale attraverso lo sport

 

Nel panorama dello sviluppo sociale e dell’educazione, la Finlandia si distingue per l’implementazione di modelli innovativi nel settore dello sport e del benessere sociale (Pasi Koski, 2016). Questi modelli si basano su principi chiave come l’accessibilità, l’inclusione e l’educazione, ispirando un approccio olistico ed ecologico al movimento umano.

Il programma nazionale “Liikuntaa kaikille” promosso dal Ministero dello Sport finlandese rappresenta un esempio di come l’accessibilità allo sport possa essere garantita attraverso un’azione concertata tra il governo centrale, le autorità locali e le organizzazioni sportive. Fondato sulla Legge sullo Sport del 2015, che sancisce il diritto allo sport per tutti, questo modello si propone di offrire attività sportive gratuite o a basso costo a persone di tutte le età e abilità. L’obiettivo principale è quello di promuovere l’inclusione sociale e uno stile di vita sano attraverso la partecipazione sportiva diffusa. In particolare, la Legge finlandese 390/2015 (Liikuntalaki, 2015; Mikkonen et al., 2022) rappresenta un importante strumento legislativo nel contesto sociologico finlandese, poiché incarna l’impegno della società nei confronti dell’attività fisica e dello sport come componenti fondamentali del benessere sociale e della coesione comunitaria.

Questa legge può essere interpretata come un riflesso dei valori culturali e sociali della Finlandia, che tradizionalmente attribuisce un grande valore all’attività fisica e allo sport come parte integrante dello stile di vita finlandese. La legge promuove e protegge questo valore sociale, garantendo che l’accesso allo sport e all’attività fisica sia equo e accessibile a tutti i membri della società, indipendentemente dalle differenze socioeconomiche, culturali o di altro genere. Inoltre, la legge riconosce il ruolo cruciale dello sport e dell’attività fisica nella promozione della salute e del benessere della popolazione. Da un punto di vista sociale, questo aspetto è significativo perché sottolinea il legame tra fattori sociali e salute individuale. L’attività fisica può agire come un meccanismo di inclusione sociale, migliorando il senso di appartenenza e di identità comunitaria, nonché riducendo le disuguaglianze di salute tra diversi gruppi sociali (Moustakas & Robrade, 2023). Infatti, prevede regole e normative per garantire che le attività sportive siano organizzate in modo equo e sicuro, il che è essenziale per promuovere la partecipazione e la soddisfazione degli individui nello sport. Questo aspetto riflette la preoccupazione per la giustizia sociale e l’inclusione, valori fondamentali nel contesto sociale. Inoltre, può essere considerata un esempio di politica pubblica che mira a migliorare la qualità della vita e il benessere della popolazione attraverso l’attività fisica e lo sport. Dal punto di vista sociale, ciò può essere interpretato come un tentativo di affrontare le sfide comunitarie contemporanee, come lo stile di vita sedentario, l’isolamento sociale e le disuguaglianze di salute, attraverso un approccio che coinvolge l’intera società. L’integrazione dell’educazione fisica nel curriculum scolastico nazionale finlandese rappresenta un altro pilastro fondamentale nel promuovere lo sport e il benessere tra i giovani. Basandosi sul curriculum scolastico nazionale, questo modello mira a insegnare ai bambini l’importanza dell’attività fisica per la salute e il benessere, oltre a sviluppare competenze motorie e valori sportivi come il fair play ed il rispetto. Grazie a lezioni ludiche e inclusive, l’educazione fisica a scuola promuove abitudini salutari e contribuisce allo sviluppo sociale dei giovani (Heinilä, 1987). Infine, il modello di peer education è in forte crescita in Finlandia (Mikkonen et al., 2022). In particolare, l’educazione tra pari nello sport, si basa sull’idea che i ragazzi, opportunamente formati, possano svolgere un ruolo di guida e supporto per i loro coetanei nell’ambito dell’attività fisica. Da questo punto di vista, la legislazione finlandese specifica che il peer education nello sport è ancora in fase di sviluppo. Tuttavia, diverse leggi e normative forniscono un quadro di riferimento per l’organizzazione di questa pratica. La Legge finlandese 1285/2016 (Nuorisolaki, 2016), ovvero la legge quadro sulla gioventù finlandese impegna i comuni a promuovere l’attività fisica e stili di vita sani tra i giovani, da questo punto di vista il peer education può essere considerato uno strumento per adempiere a questo compito. Il tutor può svolgere ruolo di consulenza, incoraggiando i loro coetanei a essere più attivi. Tutto questo può portare ad un aumento dell’offerta di attività sportive raggiungendo anche quei ragazzi che non parteciperebbero a programmi con istruttori adulti; sviluppo di competenze trasversali: affinando le capacità di leadership, gestione di gruppo, comunicazione e collaborazione; i ragazzi possono essere maggiormente motivati a fare sport se guidati da coetanei che fungono da modelli positivi e di riferimento, infine alla promozione di stili di vita sani trasmettendo ai loro coetanei l’importanza di una vita attiva e di una sana alimentazione.

Come riferisce Ahonen-Walker (2021), la legge del 2015 che regola il funzionamento delle municipalità finlandesi sancisce la necessità che queste promuovano il benessere dei cittadini; inoltre, la Liikuntalaki (2015) ne ha consolidato gli obblighi in relazione alla promozione dell’attività fisica. Nel 2022, la Finland’s Report Card 2022: Physical Activity for Children and Youth (2022, pp. 50‍–‍51) segnalava una realtà positiva, ma frammentata a livello municipale, con iniziative che, a seconda del tipo, interessavano dal 61% al 78% delle municipalità finlandesi, ma auspicava un consolidamento in corrispondenza della riforma amministrativa del 2021, gradualmente implementata fino al varo di gennaio 2023. Fondata sull’importanza dell’attività fisica per il benessere individuale e collettivo, la strategia nordica mira a diffondere una cultura del movimento e dell’attività fisica accessibile a tutti i cittadini finlandesi.

Per l’appunto, un elemento cruciale di questa legge è l’obbligo imposto ai comuni di fornire consulenza gratuita e accessibile su queste tematiche. Tale consulenza deve essere di alta qualità, basata sulle evidenze scientifiche più aggiornate e offerta da personale qualificato. Inoltre, l’istituzione del Centro nazionale per la consulenza in materia di attività fisica svolge un ruolo chiave nel coordinare le iniziative a livello nazionale, sviluppando materiali informativi e programmi educativi per sensibilizzare la popolazione sui benefici dell’attività fisica (Pasi Koski, 2016). Attraverso campagne informative e interventi mirati, la legge promuove uno stile di vita attivo, cercando di raggiungere la popolazione finlandese in diversi contesti, come scuole, luoghi di lavoro e comunità. Questo approccio olistico tiene conto del contesto sociale e ambientale degli individui, riconoscendo che la promozione della salute va oltre il singolo individuo (Pasi Koski et al., 2018). Sebbene la legge abbia dimostrato un impatto positivo sull’aumento dell’attività fisica e sulla riduzione dei fattori di rischio per le malattie croniche nella popolazione finlandese, presenta anche alcune lacune. Ad esempio, non fornisce dettagli specifici sui contenuti della consulenza in materia di attività fisica e mancano meccanismi formali per valutare l’efficacia degli interventi promozionali.

Tuttavia, il suo approccio integrato e basato sull’evidenza scientifica la rende un modello di riferimento a livello internazionale per i paesi che cercano di migliorare la salute e il benessere dei propri cittadini attraverso l’attività fisica.

 

4. Caso-studio di sviluppo sociale in Brasile

 

Nel contesto delle dinamiche sociali e dello sviluppo comunitario, lo sport emerge come un’importante risorsa per promuovere il cambiamento ed il progresso. Un esempio è il programma “Transforma” in particolare il “Try rugby”, un’iniziativa del governo brasiliano che utilizza il rugby come strumento per la promozione dello sviluppo positivo tra bambini e ragazzi in contesti socioeconomici svantaggiati (Kirst & Tavares da Silva, 2018).

Lo Statuto del bambino e dell’adolescente (Lei 8.069/1990) garantisce nella Repubblica Federale del Brasile i diritti dei bambini e degli adolescenti, tra cui il diritto al gioco, allo sport e al tempo libero.

La Legge sullo Sport (Lei 9.615/1998) ovvero la “Legge Pelè” ha introdotto norme per le società sportive professionistiche, ha stabilito i diritti minimi degli atleti, come l’età minima per i contratti professionistici, i periodi di riposo garantiti e i contributi previdenziali da parte delle società sportive, delinea la struttura e il funzionamento delle federazioni sportive nazionali, stabilisce un quadro di riferimento per le norme antidoping nello sport brasiliano, ed impone alle società sportive professionistiche di rispettare il diritto commerciale generale e di pagare le tasse. Nel luglio 2023, il Brasile ha promulgato la Legge generale brasiliana sullo sport (BGSL) (Lei 14.597/2023). Questa nuova legge mira a creare un quadro più completo per la governance dello sport in Brasile. Tuttavia, non revoca completamente la Legge Pelé, che rimarrà in vigore per alcuni aspetti legati ai diritti degli atleti e agli obblighi fiscali.

Il Piano Nazionale per lo Sport (2016‍–‍2020) include il rugby tra le discipline sportive prioritarie per lo sviluppo sociale, in particolare nelle aree svantaggiate. Il programma “Try rugby” e “Transforma” è finanziato da diverse fonti, tra cui il governo federale, gli stati e i comuni. Utilizzando il rugby come veicolo per favorire lo sviluppo positivo in Brasile offre interessanti spunti di riflessione sui meccanismi attraverso cui lo sport può influenzare individui e comunità (Hall & Reis, 2019).

Tuttavia, è fondamentale interrogarsi su come questo processo avvenga effettivamente e quali siano i fattori chiave che guidano tale trasformazione. Il rugby non è solo uno sport, ma porta con sé una serie di valori e principi che possono influenzare positivamente il comportamento e le prospettive dei partecipanti. È essenziale comprendere come questi valori vengano trasmessi e interiorizzati all’interno delle comunità, contribuendo al processo di trasformazione individuale e sociale (Norris & Norris, 2021).

Sebbene il calcio rimanga lo sport predominante in Brasile, il rugby si è rivelato essere un veicolo efficace nel promuovere la disciplina e trasmettere valori fondamentali. Offre un’opportunità unica per facilitare una trasformazione culturale attraverso la promozione della disciplina e della responsabilità sociale (Haudenhuyse, 2017).

L’obiettivo del programma è quello di formare individui socialmente responsabili che possano influenzare positivamente le loro comunità. L’adozione dei valori del rugby, come il rispetto e la solidarietà, può contribuire a creare una cultura di rispetto reciproco e collaborazione all’interno delle comunità (Hall & Reis, 2019).

L’implementazione del programma è accompagnata da sfide, specialmente nelle aree più vulnerabili caratterizzate da povertà e violenza, offrendo un’opportunità di sviluppo personale e sociale per i giovani, contribuendo alla formazione di individui più resilienti e consapevoli. Un altro aspetto cruciale è il ruolo dei coach come modelli.

Gli allenatori giocano un ruolo fondamentale come ambasciatori dei valori del rugby e come mentori per i giovani partecipanti (Hall & Reis, 2019). Oltre ad insegnare le abilità tecniche del gioco, i coach hanno la responsabilità di trasmettere la disciplina, il rispetto e la solidarietà, ovvero gli ideali del rugby, contribuendo ad instillare nei giovani partecipanti un senso di disciplina, integrità e responsabilità e competenze sociali, vitali per la vita quotidiana.  In definitiva, questo programma utilizza il rugby in Brasile come un’opportunità unica per esaminare il potenziale trasformativo dello sport, ma allo stesso tempo è fondamentale che gli studiosi e gli operatori sociali affrontino le sfide e le complessità di valutare il suo impatto sociale in modo accurato e significativo. Solo attraverso una valutazione rigorosa e basata sull’evidenza, allineata agli obiettivi di sviluppo sociale, possiamo comprendere appieno il ruolo dello sport come strumento per il cambiamento e il progresso nelle comunità. Questo caso-studio mette in luce diverse questioni relative alla razionalità, alla consegna e alla valutazione. È evidente che il programma è un tipico esempio di una visione dominante dello sport (Hartmann e Kwauk, 2011), e specificamente dello sviluppo dello sport (Kidd, 2008) e dello sport plus (Coalter, 2007). Tuttavia, tutte le organizzazioni hanno una base concettuale condivisa per il progetto, ovvero che il programma basato sul rugby avrà un effetto positivo sui partecipanti.

 

5. Discussione

 

Nell’analisi dei modelli di sviluppo sociale attraverso lo sport in Italia, Finlandia e Brasile emergono diverse similitudini e differenze che riflettono le specificità culturali, storiche e sociali dei rispettivi contesti.

In Italia, il focus è sulla promozione dell’attività fisica come componente fondamentale del benessere individuale e sociale, mentre nella realtà finlandese, si concentra sull’accessibilità allo sport e sull’inclusione sociale attraverso diritto allo sport per tutti i cittadini.

Nel contesto brasiliano, lo sport è visto come un mezzo per il cambiamento sociale e lo sviluppo positivo nelle comunità svantaggiate. Anche se il Brasile ha una forte tradizione nel calcio, il rugby si è dimostrato efficace nel promuovere la responsabilità sociale e la resilienza nelle comunità vulnerabili.

Tutti e tre i modelli sottolineano l’importanza dell’accessibilità, dell’educazione, dell’approccio olistico, della valutazione e della collaborazione per promuovere l’attività fisica e il benessere sociale, evidenziando approcci e implicazioni pratiche: i) integrazione dell’esercizio fisico nelle routine quotidiane e nei percorsi terapeutici per migliorare la salute e ridurre le malattie croniche, cercando di coinvolgere diverse entità per massimizzare l’impatto delle politiche; ii) enfatizzare l’accessibilità universale allo sport, considerando l’attività fisica un diritto fondamentale per tutti i cittadini, attraverso un implementazione dell’educazione fisica nel curriculum scolastico e promuovendo l’educazione tra pari nello sport con consulenze gratuite sull’attività fisica; iii) rendere lo sport accessibile a tutti, con programmi finanziati da provincie, regione e stato che comprendano delle consulenze; ed infine iv) utilizzare lo sport per lo sviluppo sociale, specialmente nelle aree più a rischio,  trasmettendo valori come disciplina e solidarietà, attraverso la formazione dei coach non solo sulle abilità sportive, ma anche sui valori e principi.

In conclusione, integrare i punti di forza di questi modelli può contribuire a creare una società più sana, attiva e inclusiva, con una riduzione della spesa pubblica ed un aumento della salute fisica e psichica.

 

Riferimenti bibliografici

 

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