Teaching and methodological criticalities of ‘motor education,’ a new subject in primary school
Criticità didattiche e metodologiche del nuovo insegnamento di educazione motoria nella scuola primaria
Tiziana D’Isanto
Università degli studi di Salerno, Italia –
tdisanto@unisa.it
https://orcid.org/0000-0001-7151-7486
ABSTRACT
Until now, Italy was one of the few European countries, according to the
Eurydice 2013 report, that entrusts teaching at generalist teacher without
guaranteeing its effectiveness as recommended by the World Health Organization.
Teaching will be entrusted by the specialist teacher, only for fourth and fifth
classes, as provided by comma 103 article 1 of Budget law 2022. Aim is to
identify the methodological and teaching criticalities/problems for application
of it that will see the coexistence, within into primary school, of two
different teacher profiles, generalist and specialist and both engaged in
teaching the same discipline. The method adopted is the analysis official
documents, and simulations of problem situations in application of new
regulatory provisions. It comes out a composite framework of solutions that
makes the management of the specific training offer complex and, so, that
requires a disciplinary methodology training by the general teacher to be able
to teach.
Fino
ad oggi l’Italia era uno dei pochi paesi europei, secondo il rapporto Eurydice 2013, che affida l’insegnamento al docente
generalista senza garantirne l’effettività come raccomandato dall’Organizzazione
mondiale della sanità. L’insegnamento sarà affidato al docente specialista,
solo nelle classi quarte e quinte, come disposto dal comma 103 dell’art. 1
della Legge di bilancio 2022. L’obiettivo dello studio è individuare le
criticità/problematicità metodologiche e didattiche nell’applicazione della
novellata disposizione legislativa che vedrà la coesistenza, all’interno della
scuola primaria, di due profili docente diversi, generalista e specialista ed
entrambi impegnati nell’insegnamento della medesima disciplina. Il metodo
adottato è l’analisi dei documenti ufficiali, delle simulazioni di situazioni
problema nell’applicazione di essi. Viene fuori un quadro composito di
soluzioni che rende complessa la gestione dell’offerta formativa specifica e
che necessita una formazione metodologia disciplinare del docente generalista
per poter insegnare.
KEYWORDS
Physical education, Specialist teacher, Generalist
teacher
Educazione
fisica, Docente specialista, Docente generalista
CONFLICTS OF INTEREST
L’Autrice dichiara che non sussistono conflitti di
interesse.
L’insegnamento dell’educazione fisica nella scuola
primaria (MIUR, 2012), al pari di tutte le altre discipline, è attualmente
affidato al docente generalista, cosiddetto maestro unico, che nel percorso
formativo universitario approfondisce la disciplina specifica dell’educazione
fisica per appena 9 CFU su complessivi 300 della laurea magistrale LM-85bis
Scienze della formazione primaria. Ciò, a fronte della specificità ed unicità
dell’insegnamento che contempera conoscenze ed applicazioni specifiche relative
alla salute, al benessere fisico ed all’educazione fisica/motoria. Pertanto, la
preparazione risulta inadeguata anche dal punto di vista degli stessi docenti e
che, per tale dichiarata incompetenza, spesso si sottraggono dall’insegnamento anche
con la giustificazione di non esporre i propri studenti a rischi d’infortunio
connessi al movimento (D’Isanto, D’Elia, 2021). D’altra
parte, l’ordinamento della scuola primaria (G.U., 2009) prevede che l’insegnamento
dell’educazione fisica sia svolto, a discrezione delle scuole ed in relazione
all’offerta formativa oraria settimanale: 24, 27 e 30. Pertanto, l’attività di
educazione fisica è variabile rispetto all’offerta oraria settimanale: 0 per le
24 ore, 1 per le 27 ore e 2 per le 30 ore. Tali prescritti normativi dell’epoca
non tengono conto dei dati del progetto Okkio alla
salute del Ministero della salute che nel
2019, evidenzia scientificamente che i bambini in sovrappeso sono il 20,4% e
gli obesi il 9,4% (valori soglia dell’International Obesity
Task Force, IOTF); i maschi hanno valori di obesità leggermente superiori alle
femmine (maschi obesi 9,9% vs femmine obese 8,8%). Emerge anche un chiaro trend
geografico che vede le regioni del sud Italia avere valori più elevati
di eccesso ponderale in entrambi i generi. Sono registrate prevalenze di
obesità più elevate in famiglie in condizione socioeconomica più svantaggiata (Epicentro.iss, 2019). Inoltre, dal rapporto Eurydice 2013 (EACEA,
2013) si
evince che l’Italia è uno dei pochi paesi europei che affida l’insegnamento al
docente generalista senza garantirne l’effettività dell’insegnamento. Infine, la raccomandazione dell’OMS
(WHO, 2010) stabilisce in almeno 60 minuti di attività fisica al giorno, d’intensità
lieve, moderata e vigorosa per lo sviluppo di un corretto stile di vita
improntato alla salute a seconda della fascia d’età. L’Istituto nazionale di
statistica, ISTAT, ha comunicato che nel
biennio 2017-2018 in Italia si stimano circa 2 milioni e 130 mila bambini e
adolescenti in eccesso di peso, pari al 25,2% della popolazione di 3-17 anni
(28,5% nel 2010-2011) (ISTAT, 2022). Per queste
evidenze scientifiche il Ministero dell’Istruzione, MI, ed il Comitato Olimpico
Nazionale Italiano, CONI, hanno implementato nel corso degli anni numerosi
progetti speciali con finanziamenti ad
hoc. Tra i primi del Ministero vanno annoverati il Programma Perseus 1997, l’Implementazione e potenziamento dell’educazione
fisica nella scuola primaria 2005, a cui hanno fatto seguito quelli in partnership con il CONI come Alfabetizzazione
motoria 2012 e Sport di classe 2018 (D’Elia, Raiola, 2019). In ultimo, nell’anno
scolastico 2021-22, attraverso l’Agenzia governativa Sport e salute è stato attivato,
con un congruo finanziamento, il progetto “Scuola attiva kids”
(Sport e salute, 2021) che, introducendo il tutor sportivo, laureato triennale
in scienze motorie con aggiornamento specifico da parte delle singole
federazioni sportive nazionali individuate dalle singole scuole, ha sdoganato l’attività
sportiva specialistica per evidenziare la necessità di esercizio fisico
adeguato nel rispetto dei principi educativi della scuola. Anche la Riforma della Buona Scuola (G.U., 2015), primo tentativo di
introdurre i docenti specialisti nella scuola primaria attraverso “il ricorso a
docenti generalisti in possesso di certificate competenze nonché a docenti
abilitati all’insegnamento anche per altri gradi di istruzione in qualità di
specialisti”, non ha prodotto risultati tangibili. Le “certificate competenze”,
genericamente indicate dalla Legge 107/2015 (Parlamento Italiano, 2015) ma non ben identificate, hanno generato
confusione applicativa per la numerosa casistica sulla dicitura riportata dalla
legge. Motivo per il quale non è stato possibile l’applicazione piena della
norma, rimanendo così sospese le intenzioni del legislatore di dare vita già
dal 2015 a un modello misto, docente generalista e docente specialista, che
potesse in alcune scuole primarie utilizzare i docenti specialisti
contemporaneamente a quelli generalisti per l’insegnamento specifico. Pertanto,
a tutt’oggi non c’è alcun utilizzo del docente specialista di educazione fisica
in applicazione della Legge 107/2015 (Raiola, 2019). Per portare a soluzione l’annosa situazione fu anche proposto il DDL 992/2020
(Senato della Repubblica, 2020), intitolato “ Delega al Governo in materia di
insegnamento curricolare dell’educazione motoria nella scuola primaria” che fu approvato
solo alla Camera dei Deputati e che prevedeva l’insegnamento obbligatorio di
due ore di educazione fisica per tutte le classi di scuola primaria in orario
curricolare affidate al solo docente specialista, laureato magistrale nelle
classi di laurea LM-67 Scienze delle attività motorie preventive adattate e LM-68
Scienze e tecnica dello sport. Finalmente, per la preoccupazione che il progetto
di legge parlamentare non fosse approvato anche dal Senato della Repubblica con
la Legge di bilancio 2022 all’articolo 1 comma 103 (Parlamento Italiano,
2021) è stato disposto che, al fine di adempiere alle prescrizioni dell’Unione
Europea, UE, per ottenere il finanziamento del Piano nazionale di ripresa e
resilienza, PNRR, è reso obbligatorio l’insegnamento di due ore a settimana di
educazione motoria, in aggiunta all’attuale offerta formativa di 27–30 ore
settimanali per le soli classi IV e V primaria. Affidando l’insegnamento al
docente specializzato, laureato magistrale in una delle 3 classi di laurea: LM-47
Gestione dei Servizi per lo Sport e le Attività
Motorie, LM-67 Scienze delle attività motorie preventive
adattate e LM-68 Scienze e tecnica dello sport, con l’aggiunta del possesso dei
24 CFU in
discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie
e tecnologie didattiche (MIUR, 2017). La citata norma istituisce anche la nuova classe di concorso per l’insegnamento
denominata “Scienze motorie e sportive nella scuola primaria” e mette a
concorso quei posti in organico derivanti dalla quota di personale docente
della scuola primaria cessata per quiescenza o per decesso utilizzabile, il
cosiddetto turn over, che recupera i posti in organico con nuove
assunzioni sempre che vi siano corrispondenti classi a cui insegnare. Con l’applicazione
dell’istituto normativo dell’invarianza dell’organico, la nuova norma consente
di recuperare anche quei posti che, per effetto del decremento demografico e
non pareggiando il numero delle classi in uscita (oltre la V primaria) con
quelle in entrata (I primaria) sarebbero andati persi. Nelle classi con modello
orario di 40 ore settimanali le due ore di educazione fisica/motoria si svolgono
con la compresenza del docente specialista e generalista, mentre per le classi I,
II e III resta invariata la previgente disposizione di 0 ore di educazione
fisica per il modello orario delle 24 ore, 1 ora per il modello orario delle 27
ore e 2 ore per il modello orario delle 30 ore settimanali di educazione fisica
affidata al docente generalista; nelle restanti classi IV e V primaria sono
obbligatorie 2 ore settimanali a prescindere dal modello orario adottato
affidate al docente specialista. Tale variegata e complessa articolazione
organizzativa didattica necessita di adattamenti all’impianto gestionale dell’offerta
formativa di ogni singola scuola primaria e, aspetto maggiormente cogente,
evidenzia una pluralità di metodologie di insegnamento dell’educazione
fisica-motoria da parte del docente generalista e specialista per differenti
formazioni accademiche con ulteriori sperequazioni dei diritti tra gli studenti
della scuola primaria. La novellata disposizione legislativa genera, quindi, una
problematica gestionale, organizzativa didattica e metodologica educativa per l’intera
organizzazione scolastica che, per essere affrontata adeguatamente, necessita
di un’analisi accurata e specifica nelle diverse applicazioni normative.
Pertanto, l’obiettivo dello studio è individuare le criticità/problematicità
metodologiche e didattiche nell’applicazione del nuovo disposto legislativo che
vede la coesistenza di due profili diversi di docente, generalista e
specialista, talvolta anche in compresenza didattica ma ordinariamente in
classi diverse, con stesse funzioni e compiti. Esso è steso in considerazione dei
contenuti e degli obiettivi dell’offerta educativa enucleati dalle Indicazioni
nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione
(MIUR, 2012).
Il metodo adottato
è stato la ricerca di archivio, attraverso l’analisi dei documenti ministeriali
e parlamentari in applicazione anche del nuovo disposto normativo e delle
simulazioni delle situazioni problema nell’applicazione dei suddetti documenti
alla luce delle evidenze scientifiche inerenti all’educazione fisica e motoria.
Il Governo ed il Parlamento italiano hanno superato lo stallo,
determinato dalla mancata approvazione del DDL 992/2020
al Senato della Repubblica, dell’ipotesi di disposizione legislativa dell’obbligatorietà
dell’insegnamento dell’educazione fisica nella scuola primaria. È stata, infatti,
inserita nella legge di Bilancio 2022 (Parlamento Italiano,
2021) per soddisfare le richieste dell’UE delle riforme da realizzare per
ottenere il finanziamento del PNRR, seguendo il target (valutazione di parametri quantitativi) e milestone (valutazione di parametro
qualitativi) da esaudire entro il 30 giugno 2022, pena la mancata erogazione
della seconda tranche del
finanziamento del PNRR. Pertanto, è stato accolta una
delle possibili prescrizioni che l’UE ha imposto circa l’allineamento agli
altri stati europei in tema di istruzione obbligatoria che verte sull’educazione
fisica nella scuola primaria. Poiché numerosi paesi dell’UE affidano al docente
specialista, laureato magistrale in scienze motorie, l’insegnamento dell’educazione
fisica motoria anche il Governo ed il Parlamento italiano (2021) hanno varato
la riforma straordinariamente inserendo in Legge di Bilancio 2022 la
norma. Per l’impossibilità di realizzare completamente una riforma che avrebbe
comportato una variazione al quadro ordinamentale della scuola primaria,
differente dalla scuola secondaria dove tutti docenti sono specialisti esperti
nelle discipline che insegnano, l’obbligatorietà dell’insegnamento dell’educazione
fisica motoria da parte di docenti specialisti è stato limitata solo alle
classi IV e V.
Pertanto, nonostante si riconosca l’effettivo miglioramento nell’offerta
formativa dell’insegnamento dell’educazione fisica nella scuola primaria tale
disposizione di legge genera diversi problemi all’interno delle scuole poiché
mette a confronto due metodologie d’insegnamento diverse per la stessa
disciplina con evidenti differenze nell’offerta formativa agli studenti della
scuola primaria: le classi I, II e III fanno un’ora di educazione fisica a
settimana da parte del docente generalista mentre gli studenti delle classi IV
e V primaria fanno al 2 ore di lezione a settimana affidate al docente
specialista. Il docente generalista, per propria formazione, ha una metodologia
maggiormente flessibile che più facilmente si adatta ad una pluralità di
insegnamenti di cui sceglie i contenuti senza distinzione di metodo e anche perché
essi non vertono su insegnamenti essenzialmente “operativi” come, invece, è quello
dell’educazione fisica. Hanno quindi una visione ampiamente olistica della
formazione della persona trascurandone, però, la parte operativa del movimento
secondo le ricadute educative, abilitative sportive e, soprattutto salutistiche
e di benessere della persona. Di contro, il docente specialista in educazione
fisica insegna con una propria specifica metodologia che, sulla base delle
conoscenze di salute, benessere ed educazione legata
alle attività motorie e sportive, applica i contenuti del sapere con i metodi
ovviamente specialistici legati alla didattica disciplinare.
In tale duplice applicazione della riforma, si
determinano confusione e fraintendimenti nell’ambito dei singoli Consigli di
classe e nel Collegio dei docenti dove i docenti generalisti e specialisti
collaborano senza un’adeguata simulazione delle nuove situazioni-problema. Per
meglio esemplificare la complessità dell’organizzazione didattica delle singole
scuole primarie è di seguito esplicitato l’ampio ventaglio di applicazioni a
cui si va incontro con l’applicazione della novella normativa. Si delineano tre
casistiche diverse di docenti che dovranno insegnare educazione fisica: (1) il
solo docente generalista nelle prime tre classi di scuola primaria per un’ora
settimanale; (2) il docente specialista, che condividerà la progettazione con
gli altri docenti generalisti della classe nella programmazione scolastica, per
2 ore settimanali per l’offerta oraria che va da 27 a 30; (3) Entrambi i
docenti (generalista e specialista) nel modello a 40 ore, dove i docenti (specialista
e generalista) saranno in compresenza e che condivideranno oltre alla
progettazione anche la conduzione dell’educazione fisica motoria. Con le
Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo di
istruzione del 2012, aggiornate dopo il triennio di sperimentazione nel 2018,
per ogni disciplina sono declinati gli obiettivi di apprendimento ed i
traguardi di sviluppo delle competenze che, solo per l’educazione fisica,
avranno ovviamente un’applicazione diversa. Per le classi IV e V le indicazioni
dovranno essere applicate diversamente rispetto alle classi I, II e III a causa
della differente progettazione e conduzione dell’insegnamento con
specificazioni metodologiche differenti per obiettivi di apprendimento e i
traguardi delle competenze alla fine dell’intero percorso della scuola primaria
che saranno, comunque, diverse per le classi a tempo pieno. Tali obiettivi e
traguardi, a seconda dell’impiego dell’una o dell’altra figura docente e in
modo esclusivo o in compresenza, saranno perseguiti seguendo una metodologia
diversa a seconda della formazione del docente (laurea magistrale in Scienze
della formazione primaria per il docente generalista e in Scienze motorie per
il docente specialista) e del fatto che non saranno in compresenza tranne che
nelle classi a tempio pieno; determinando di fatto un percorso educativo
differente per gli studenti con conseguente rimodulazione delle modalità per
raggiungere gli obiettivi ed i traguardi, con sperequazione dei diritti
formativi degli studenti appartenenti a classi diverse della medesima scuola od
anche alle stesse classi ma con un regime di tempo differente (tempo pieno di
40 ore rispetto a quello ordinario di 27 e 30 ore). L’insegnamento del docente
specialista solo nelle classi IV e V non risolve il problema dell’incremento dell’attività
di educazione fisica e motoria e della qualificazione metodologica
specialistica che, invece, permane per le altre classi perché si è generato
nello stesso livello di scuola primaria 2 livelli
formativi diversi per l’educazione fisica motoria.
Nel merito della formazione docente gioca un ruolo
essenziale la modalità d’insegnamento coniugata alle capacità di apprendimento
e di prestazione. Pertanto, le opzioni metodologiche, sia che si tratti di educazione
fisica, rivolte prevalentemente alla salute ed al benessere fisico, che di
educazione motoria, rivolte all’acquisizione di abilità anche sportive nonché a
quelle sociali riferite alle competenze chiave del Consiglio dell’Unione Europea
(Council of Europe, 2018) vanno trattate
in funzione delle peculiarità dei fondamentali approcci teorici al controllo e
all’apprendimento motorio (Raiola, 2013; 2017). Nello specifico, i due approcci
all’apprendimento motorio, cognitivo ed ecologico-dinamico, generano metodi di
trasmissione del sapere rispettivamente dell’insegnamento prescrittivo e dell’apprendimento
euristico. Essi si rispecchiano alternativamente negli stili di insegnamento
riproduttivi, riferiti all’insegnamento prescrittivo, e produttivi, riferito
all’apprendimento euristico. Per tali evidenze scientifiche assume una
specificità chiave l’azione direttiva del docente e quella non direttiva, la
prima mediata prevalentemente dal docente con il modello della pedagogia
lineare mentre la seconda mediata dallo studente con il vasto paradigma della
pedagogia non lineare in un’ampia gamma di soluzioni di compiti motori e
sportivi, uniche ed irripetibili, perché in capo alla teoria dei gradi di
libertà di Bernstein (1967) e della variabilità esecutiva dei sistemi dinamici
(Kelso, 1977) che appartengono pienamente all’approccio
ecologico dinamico (D’Isanto et al., 2022).
Bisogna quindi centrare l’azione di sviluppo scientifico-culturale
della formazione dei docenti sui metodi d’insegnamento dell’educazione fisica e
motoria nella scuola primaria con una prospettiva integrata in cui lo
specialista e il generalista dovranno reciprocamente amalgamare i loro modus operandi didattici onde abbattere
la dicotomica contrapposizione metodologica (Lipoma, 2014). Di converso,
risulterà dirimente anche a quale profilo docente affidarsi nell’azione di
sistema: il docente generalista o quello specialista. La formazione in
ingresso, ampiamente dibattuta da anni con continui cambiamenti di fronte, è
centrale per far emergere l’assoluta carenza di congruenza dei crediti
formativi universitari, CFU, dediti ai metodi e alle didattiche delle attività
motorie. Questo per sciogliere i dubbi degli stessi studenti universitari di
Scienze della formazione universitaria in ordine alla formazione di competenze
specifiche per insegnare educazione fisica nella scuola primaria a fronte di
una robusta presenza di CFU presenti nei corsi di lauree magistrali della
tipologia Scienze motorie (D’Elia, 2019a; 2019b; 2019c) e implementare così la
formazione nei metodi e didattiche delle attività motorie e sportive per i
generalisti (Casolo et al., 2019) con maggiore consistenza di CFU.
Ai
fini della formazione universitaria dei docenti specialisti il core curriculum si pone come una
possibile risposta all’esigenza di qualificare tutti i laureati magistrali in
scienze motorie e sportive nel campo specifico di insegnamento dell’educazione
fisica e motoria nella scuola primaria, attraverso un modello omogeneo e allo
stesso tempo flessibile di progettazione dei curricula universitari, che sia capace di preservare la
qualificazione del laureato in scienze motorie e sportive ma al contempo di formare
un profilo adeguato rispetto agli obiettivi (specifici di apprendimento)
educativi delle Indicazioni nazionali per il curriculo per la scuola primaria
e, quindi agli scopi contenuti nella Legge di bilancio 2022 (Parlamento
Italiano, 2021).
Pertanto,
i contenuti e gli obiettivi dei percorsi formativi dedicati e destinati a tali
docenti, in permanenza della variegata offerta formativa di educazione
fisica/motoria, vanno ripensati in un’ottica sì specialistica, ma anche
predisponente al ruolo di docente di educazione fisica e motoria nella scuola primaria.
Bisogna, quindi, rendere compatibile la mutata configurazione dei processi
educativo-didattici e, alla luce della novellata disposizione legislativa,
rendere condivisa da docenti specialisti e generalisti la progettazione, sia in
termini di strumenti metodologici che in quelli organizzativi.
Si rende necessario una scelta definitiva che vada nella direzione della
formazione specialista dell’insegnamento dell’educazione fisica e motoria per i
contenuti troppi specifici inerenti alla salute, al benessere fisico e all’educazione
motoria che non possono essere in carico ai corsi di laurea in Scienze della
formazione primaria per la complessità ampia del novero dei CFU da far
confluire nelle 9 discipline affidate al docente
generalista. Di converso, si richiede un’uniformità formativa metodologica
affinché si possa trovare un punto di caduta per una proficua interazione nel Consiglio
di classe attraverso un supplemento formativo in servizio reciproco a carico sia
del docente specialista che generalista, anche attraverso il tutoraggio tra
pari per una reciproca contaminazione. Inoltre, il docente specialista dovrebbe
approfondire la metodologia della conoscenza applicata nell’ambito del
paradigma metodologico della didattica generale, più sbilanciata su un’unica metodologia
con azioni di tutorship ad opera dei docenti generalisti
finalizzata alla progettazione di classe. A completamento di tale ipotesi e in linea
con le conclusioni del progetto “OKkio
alla salute” ed essendo tutta evidente la problematica della sedentarietà dei
bambini nella fascia di età 6-10 anni, la loro tendenza al sovrappeso e all’obesità
sarebbe ancorché utile una contaminazione delle conoscenze specifiche sulle
scienze motorie e sportive dai docenti specialisti a quelli generalisti ai fini
dell’applicazione in ordine ai più adeguati carichi fisici motori suggeriti
dall’OMS. In considerazione dell’adozione del modello dell’insegnamento
specialistico a laureati magistrali di scienze motorie nella maggior parte dei
paesi UE dovrebbe essere altrettanto anche in Italia. Pertanto, in un prossimo
futuro dovrebbe essere garantito il pari diritto degli studenti delle classi IV
e V primaria agli studenti delle classi I, II e III. Tale misura consentirebbe
anche la soluzione della vexata quaestio
del metodo d’insegnamento più adeguato che, altrimenti, creerebbe un vulnus cristallizzato sull’ordinamento
della scuola primaria.
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