La condivisione non consensuale di materiale intimo come nuova forma di violenza online

Autori

  • Edel Margherita Beckman
  • Matteo G. P. Flora

DOI:

https://doi.org/10.7347/RIC-042021-p317

Abstract

Una delle peggiori forme di violazione della privacy perpetrate al giorno d’oggi è il cosiddetto Non-Consensual Pornography, o pornografia non consensuale, termine utilizzato da una parte della comunità scientifica per indicare la condivisione di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso della persona rappresentata. Due sono le conseguenze principali quando questo reato viene perpetrato: la diffusione virale del materiale condiviso e l’ulteriore danno subito dalla vittima a causa dei reati correlati che possono porsi in essere. L’obiettivo del presente lavoro è di approfondire il fenomeno sotto due punti di vista: le discrepanze normative e tecnologiche non ancora risolte, al fine di comprendere se la distanza che la rete crea influisce sulla percezione sociale che si ha della vittima. I dati raccolti sono stati principalmente forniti dall’associazione PermessoNegato, no-profit a promozione
sociale che si occupa del supporto tecnologico alle vittime di pornografia non consensuale, violenza online e attacchi d’odio in rete. La finalità ultima del contributo è quello di cercare di comprendere come sia possibile prevenire la vittimizzazione dei soggetti coinvolti, in un periodo storico in cui c’è una chiara emergenza educativa nell’uso – abuso di Internet. 

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Pubblicato

2021-12-31

Fascicolo

Sezione

Articoli